“Il punto cruciale è quello dell’incontro di base fra genitori e insegnanti, forma concreta dell’incontro fra Scuola e Società: se questo incontro fallisce, la struttura non vive”
Gianni Rodari - A scuola di fantasia
L’inserimento alla scuola dell’infanzia rappresenta indubbiamente uno dei momenti più importanti dello sviluppo di ogni bambino, un passaggio importante verso l’autonomia e la socializzazione. Per la maggior parte dei bambini rappresenta la prima separazione dalla famiglia, una sorta di debutto in società, in una realtà quale la scuola che coinvolgerà il bambino per la maggior parte della giornata per i prossimi anni.
È un momento che vede impegnato non solo il bambino, ma insieme a lui anche i genitori, che sono chiamati in prima persona ad accompagnare il figlio in questo primo distacco da ciò che è conosciuto, familiare e abituale, verso la scoperta di ciò che è nuovo; ma non solo, i genitori sono chiamati anche a un riadattamento pratico, una riorganizzazione delle routine familiari che richiede loro ad esempio di far conciliare gli orari di lavoro in funzione del graduale inserimento del bambino a scuola, di far combaciare l’aiuto di nonni, zii ed eventuali baby sitter, di conoscere e rispettare alcune semplici regole della scuola frequentata dal proprio figlio.
Ma c’è di più: il coinvolgimento dei genitori inizia ben prima del primo giorno di scuola a settembre.
Inizia mesi prima, nel momento stesso in cui ci si accinge a conoscere le diverse realtà scolastiche presenti nel territorio in cui si vive e le rispettive offerte didattiche e formative, nel momento della scelta dell’una o dell’altra scuola per l’iscrizione, per poter poi gradualmente preparare il bambino a questo importante momento.
L’inserimento alla scuola dell’infanzia è quindi un passaggio importante, che insieme al bambino vede coinvolti i genitori, ma anche gli insegnanti della scuola che il bambino andrà a frequentare.
Famiglia e scuola dell’infanzia saranno per i successivi 3 o 4 anni di vita del bambino le principali, se non uniche, agenzie educative con cui il bambino si relazionerà. Ecco allora perché si rende necessario lavorare da entrambe le parti per un’azione sinergica, così da rendere il più sereno possibile questo passaggio.
Come lavorare quindi per un’azione sinergica? Proviamo a lasciarvi alcuni spunti:
1) Riconoscere i ruoli per potersi affidare
Indubbiamente l’insegnante di classe diventerà in pochi giorni il punto di riferimento dei genitori, e ben presto anche del bambino. In quei primi giorni l'insegnante svolgerà un ruolo di tramite tra genitori e bambino e sarà chiamata ad agire per rendere questa separazione il meno dolorosa possibile.
Ma che sia almeno un po’ dolorosa, è quasi inevitabile: da una parte il bambino si troverà catapultato in poco tempo in spazi nuovi, con adulti nuovi, con coetanei molto simili ma allo stesso tempo molto diversi da lui, e soprattutto non avrà l’adulto a sua completa disposizione; dall’altra, i genitori, nonostante gli aspetti positivi legati alla crescita del bambino, ai primi passi mossi verso l’autonomia e la socializzazione, possono comunque vivere l’esperienza anche con un po’ di disagio, preoccupazione, a volte sensi di colpa. Molto spesso con paura.
Ecco allora perché risulta fondamentale in questi momenti il riconoscimento dei ruoli di ciascuno, del bambino, dei genitori e delle insegnanti, con i rispettivi vissuti emotivi, ma anche con le rispettive competenze educative.
È in questi primi momenti che inizia quel processo di conoscenza reciproca tra quelli che saranno gli adulti principali per il bambino, i genitori e le insegnanti. Un processo che ci auguriamo porti nel tempo alla costruzione di quel senso di fiducia reciproca che permetterà a genitori e insegnanti un confronto costante, e una concordanza sulle strategie educative così che il bambino possa sentirsi accolto e sicuro a scuola così come avviene a casa.
2) Partecipazione alla vita della scuola
A settembre non inizia a frequentare la scuola solo il bambino, ma iniziano a frequentarla anche i genitori.
Partecipare alla vita della scuola vuol dire conoscerne le regole, siano queste legate al rispetto degli orari di ingresso e di uscita, o al divieto di far portare a scuola al bambino piccoli oggetti. Partecipare alla vita della scuola significa allora diventare esempio per il bambino nel conoscere e nel rispettare queste regole.
Ma partecipare alla vita della scuola significa anche partecipare ai momenti extra educativi, quelli in cui sono chiamati in gioco gli adulti: incontri di classe, assemblee, incontri tra genitori. Tutti momenti che richiedono certamente tempo e impegno agli adulti, ma che si riflettono indubbiamente positivamente nel bambino, che diventerà sempre più consapevole che i genitori sono interessati a quello che fa quando è a scuola.
Partecipare alla vita della scuola significa infine essere a conoscenza di quanto avviene a scuola, dimostrandosi entusiasta per quanto il bambino sperimenta, sia a livello di apprendimento, che di relazione, che di acquisizione di tappe verso l’autonomia; sono tutte esperienze che il bambino non vede l’ora di raccontare ai genitori.
3) Coltivare momenti di confronto
Potrebbe sembrare scontato, ma riteniamo importante ricordarlo.
La ricerca di sinergia richiede l’impegno di un confronto costante e continuo tra insegnanti e genitori, e del tempo specifico dedicato a questo. Potremmo definirlo il tempo del colloquio, ma che è qualcosa di più di un semplice passaggio di informazioni: è un tempo pensato e dedicato a quel bambino, ma anche all’esperienza dell’essere genitore e insegnante di quel bambino, tempo dedicato al lasciar spazio alle emozioni che i primi passi del bambino verso l’autonomia fanno nascere nei genitori. È un confronto che non può essere esaurito con un veloce colloquio alla porta di 5 minuti.
I professionisti di Studio Psicologia Bassano collaborano da diversi anni con le scuole dell’infanzia delle province di Vicenza, Padova e Treviso realizzando momenti di formazione rivolta ad insegnanti e genitori, servizi di spazio d’ ascolto psicologico rivolti sia a genitori che al personale scolastico e percorsi di sviluppo delle competenze emotive e relazionali con i bambini.
Se sei un genitore o un’insegnante e sei interessato a conoscere in modo più specifico i nostri servizi scrivi a studiopsicologiabassano@gmail.com
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