L'adolescenza è un periodo particolare fatto di cambiamenti sia a livello fisico che psicologico.
Questo può riflettersi negli adolescenti con la tendenza a "chiudersi" o ad essere più ostici verso i genitori, portando questi ultimi ad incontrare alcune difficoltà nella gestione della relazione.
Partiamo del presupposto che per relazionarsi con i figli adolescenti è necessario un atteggiamento di apertura, che li faccia sentire al proprio agio. Non sono adulti, ma nemmeno bambini, quindi il nostro linguaggio deve essere adeguato a questo interlocutore, che spesso s’innervosisce se usiamo dei nomignoli, o un tono di voce troppo dolce, troppo compassionevole.
L’atteggiamento di “ascolto” non può essere solo attuato tramite il silenzio ma anche con domande che aiutino i ragazzi a “scoprire”, a “raccontare”, a sentirsi aiutati nel parlare.
Ecco alcuni consigli pratici per rendere la conversazione più efficace:
Se vogliamo aiutare i ragazzi a “esplorare” i sentimenti, è meglio usare “quando” che “come”.
La risposta a “come” è quasi sempre scontata: “male”, “bene”, “boh!”.
Meglio proporre già delle possibilità a modo di domanda rispetto alla situazione:
“Ti senti stanco quando….?” “Ti senti deluso quando….?” o anche, “quando tuo fratello ti fa così tu tu senti…?” “quando io ti chiedo di fare così tu ti senti…?”
Le domande collocate in una situazione specifica sono sempre più facili da rispondere perché aiutano i ragazzi a connettersi con il momento in cui hanno vissuto l’emozione, il sentimento. In questo modo riescono a riconoscerla più facilmente.
Molte volte però i ragazzi riescono solo a riconoscere se si sono sentiti “bene” o “male”, sarà compito del adulto aiutarlo a dare un nome a queste emozioni: Rabbia? Tristezza? Gioia?
Di seguito un elenco che potrebbe aiutarci a “battezzare” quel sentimento o emozione, permettendo al ragazzo di arricchire la sua consapevolezza emotiva:
Panico
Tenerezza
Perplessità
Ansia
Accettazione
Rimpianto
Entusiasmo
Angoscia
Disagio
Speranza
Pudore
Gratitudine
Rabbia
Confusione
Tolleranza
Stupore
Ammirazione
Sconforto
Tenerezza
Paura
Euforia
Gelosia
Fiducia
Commozione
Curiosità
Schifo
Apatia
Malinconia
Spavento
Terrore
Odio
Ottimismo
Vergogna
Disperazione
Amore
Pietà
Gioia
Ira
Noia
Sollievo
Meglio ancora se, quando vogliamo esplorare i sentimenti, usiamo emozioni opposte perché il ragazzo trovi da solo la sua collocazione, alcuni esempi:
“Pensando alla gita che avete fatto oggi a scuola, ti senti…”
Annoiato/Non so/Pieno di entusiasmo
Apatico/Non so/Euforico
“Se pensi alla discussione di ieri con tuo fratello, ti senti…”
Triste/Non so/Contento
Arrabbiato/Non so/Sereno
Vergognoso/Non so/Orgoglioso
“Se pensi alla verifica di domani, ti senti…”
Ansioso/Non so/Tranquillo
Preoccupato/Non so/Sereno
Spaventato/Non so/Incuriosito
Pessimista/Non so/Ottimista
A disagio/Non so/A tuo agio
È molto importante riconoscere la dimensione del “Non so”, dell’incertezza. Gli adolescenti hanno bisogno di tempo per riuscire ad essere consapevoli delle proprie emozioni e sentimenti. La figura dell’adulto in questo percorso è essenziale. Non deve interpretare né giudicare. Il ragazzo o la ragazza devono sentirsi ascoltati, supportati, non obbligati o guidati per una strada che non è la loro. Devono aver sempre la possibilità di dire qualcosa di diverso. L’aiuto dell’adulto deve essere soltanto un aggancio perché siano loro a esprimersi liberamente. Questa libertà offerta dal genitore è la garanzia della fiducia che successivamente li aiuterà a chiedere aiuto quando ne avranno bisogno.
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