In questo articolo pubblichiamo l’intervista condotta dal dott.
Michael Sgarbossa, tirocinante presso l’Associazione Nazionale Di.Te, alla dott.ssa Fabiola Pasetti, psicoterapeuta sistemico relazionale e autrice del libro “La crisi di coppia ai tempi di internet, quando lo smartphone è il terzo"
Nell’era di internet il telefono è sempre con noi e gli diamo peso anche quando siamo con il nostro partner. Nel suo libro lei parla di questo tema molto attuale e diffuso. Cosa l’ha spinta ad analizzarlo?
La sempre maggior diffusione dell’uso eccessivo dello smartphone nelle relazioni di coppia mi ha spinto a realizzare questo lavoro per capire a fondo come mai ad un certo punto si decide di mettere in atto questo particolare atteggiamento, anche quando si è insieme al partner.
Lo scopo di questo lavoro quindi è quello di non soffermarsi sull’etichetta della dipendenza da internet, ma di andare oltre a questa, essendo convinta che questo atteggiamento è un sintomo all’interno del sistema relazionale, in dato momento.
Cosa spinge secondo lei una coppia a ritirarsi nel virtuale al posto di parlare dei propri problemi?
Il senso di insoddisfazione nella coppia, in particolar modo da uno dei due partner che si sente particolarmente stanco di non essere preso seriamente in considerazione. Questo non sentirà più le attenzioni da parte del partner, si sentirà poco considerato e dato per scontato, consapevole che tutti i messaggi che ha mandato fin’ora al partner (verbali o non verbali) non sono stati colti. Quindi si può arrivare alla credenza che parlare con il proprio partner per l’ennesima volta sia solo una perdita di tempo.
Si tende quindi a trovare una compensazione online con un qualcun altro che ci faccia sentire interessanti e attraenti come non succede ormai da tempo nella coppia.
Mantenendo questa corrispondenza online ci si può sentire bene, perché in un certo senso si ha l’illusione che non manchi più niente nella vita, andando a compensare ciò che manca nel rapporto reale con un rapporto clandestino online.
Quali sono secondo lei i fattori che più influiscono in questo tipo di atteggiamento?
Il vedersi poco a causa degli orari di lavoro, l’eccessivo stress e pensieri dati dai vari pagamenti che una coppia deve affrontare possono portare a questo atteggiamento dato da un eccessiva distanza e individualizzazione dei partner.
Il non volersi sentire un fallimento nei confronti della propria famiglia di origine, nell’ammettere che una relazione non funziona dopo averci investito molto.
L’ipotesi più interessante tuttavia sembra essere quella di un atteggiamento provocatorio nei confronti del partner, attraverso un vero e proprio sciopero relazionale, dove si va a sostituire la comunicazione verbale con una comunicazione non verbale violenta (come ad esempio decido di non parlarti, ma di parlare via messaggio con altri quando sono con te). Lo scopo di questo atteggiamento sembra essere da una parte quello di voler punire il partner per non cogliere i bisogni dell’altro e dall’altra sembra esserci la speranza che l’altro per la paura di perdere l’amato, faccia qualcosa per riavvicinarsi cambiando il suo atteggiamento.
Quanto è diffuso secondo lei questo problema fra le coppie moderne? Interessa più le coppie giovani o quelle con più anni alle spalle?
Questo è un fenomeno che è sempre più diffuso nelle coppie moderne, data anche da come è cambiata la nostra società con l’introduzione degli smartphone nella vita quotidiana.
Dalla mia esperienza lavorativa non noto differenze tra coppie più giovani e meno giovani, anzi anche i motivi che tendono a portare a questo particolare comportamento sembrano essere gli stessi.
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Contatti:
Dott.ssa Fabiola Pasetti: fabiolapasetti@yahoo.it
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