Hai comprato il cellulare a tuo figlio, ma ora non sai se sia giusto controllarlo o meno? Non sei l’unico!
Da ciò che emerge nel corso degli incontri che proponiamo ai genitori nelle scuole, percepiamo che una parte di loro è in difficoltà quando percepisce di non avere sufficienti conoscenze e competenze per essere di supporto ai propri figli per quanto riguarda l’utilizzo dello smartphone. Di fronte a questa paura, le reazioni del genitore che decide di regalare il cellulare al figlio vanno spesso verso la tortuosa strada del controllo, talora iper-controllo, di tutte le interazioni che i figli hanno attraverso la tecnologia. In questo caso il genitore decide di dare il cellulare al proprio figlio, ma anticipandogli il fatto che è lui che manterrà controllo e decisioni sull’utilizzo del mezzo. Fa quindi una comunicazione al figlio che rischia di risultare paradossale:
“Ti do il cellulare, ma guarda che ti tengo sotto controllo. Mi raccomando, se succede qualcosa che non va, devi immediatamente avvisarmi. E sappi che come te l’ho dato, posso anche togliertelo. “
Quindi da una parte gli dà il telefono sotto l’implicita minaccia di toglierlo qualora non fosse in grado di gestirlo, dall’altra pretende di essere informato nel caso in cui si verificasse una situazione sgradevole. A questo punto, se il figlio incontrasse realmente un’avversità, verrebbe a trovarsi di fronte ad un bivio: dire tutto a mamma e papà con il rischio di farsi ritirare il cellulare o di farsi disinstallare le app preferite, oppure mantenere il silenzio e addirittura cercare di cancellare dal telefono le prove dell’accaduto nel tentativo di tenerle nascoste ai genitori. In questo secondo caso, il bambino si ritrova a non poter farsi aiutare da un familiare; spesso questa rappresenta una soluzione migliore rispetto agli effetti che comporta il ritiro del telefono, come ad esempio l’esclusione dal gruppo dei pari, la perdita di autonomia nel relazionarsi con gli altri e l’impossibilità di giocare in modo autonomo con un proprio dispositivo. Alcuni genitori, consapevoli dei rischi della Rete, manifestano al proprio figlio la necessità di esercitare un controllo sul suo cellulare, per prevenire eventi spiacevoli che possono accadere nei suoi confronti. Ci riferiamo a eventuali insulti o prese in giro da parte dei compagni nei gruppi o la diffusione di materiale personale come informazioni, foto e video, situazioni che talvolta possono sfociare in veri e propri casi di cyberbullismo. Di fronte alla gestione del cellulare dei figli, osserviamo spesso che i genitori si trovano di fronte a una situazione di impasse: da una parte la responsabilità di ciò che può accadere al minore attraverso l’uso dello smartphone ricade proprio sull’adulto, a cui è quindi richiesto di esercitare un attento controllo di ciò che accade per poter intervenire tempestivamente per proteggere, tutelare il minore, o ridurre eventuali danni. Dall’altra parte c’è consapevolezza del fatto che l’esercizio del controllo può rivelarsi inefficace o talvolta controproducente per quanto riguarda la relazione tra genitori e figli.
Come fare allora? Come faccio a dimostrargli che mi fido di lui, se poi gli chiedo sempre di controllargli il cellulare? Devo farlo di nascosto? O è meglio installare un’app per monitorare il suo smartphone a distanza? Ma sono davvero efficaci queste app? E se noto che il gruppo Whatsapp dei coetanei è pieno di parolacce e oscenità, che cosa faccio? Dico a mio figlio di uscire da quel gruppo? E’ giusto farlo?
Con l’obiettivo di dare ad ogni genitore la possibilità approfondire queste tematiche, ho scelto, assieme al dottor Eugenio Bedini, di condividere a tutti i genitori l’esperienza di sei anni maturata all’interno di decine e decine di scuole, nell’ambito della prevenzione del cyberbullismo e della promozione della sicurezza in rete, attraverso il testo “Condivisioni pericolose: il cyberbullismo nel contesto scolastico”.
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Buona lettura!
Dott. Bonato Stefano
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