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Educare all’affettività: crescere tra cambiamento, emozioni e bisogno di autonomia

  • Immagine del redattore: Veronica Zonta
    Veronica Zonta
  • 30 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

L’adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti, una fase di passaggio che segna

profondamente la crescita di ogni persona. È un tempo fatto di scoperte, emozioni nuove, momenti di entusiasmo ma anche di confusione. In tutto questo, educare all’affettività significa offrire ai ragazzi e alle ragazze uno spazio sicuro dove possano riconoscere quello che provano, dare un nome alle proprie emozioni, raccontarsi senza paura di essere giudicati.


È una fase che comincia quasi in punta di piedi, alla fine della scuola primaria, e poi esplode durante le medie. Lì, tra banchi di scuola e ricreazioni, prende forma un turbine di emozioni intense, sfide e nuove identità che cercano di definirsi. Proprio per questo, parlare di affettività diventa fondamentale: non come “lezione” da imparare, ma come un percorso da vivere insieme.


Un cammino sicuro in cui i ragazzi possano portare le loro emozioni, raccontarsi, e dare un nome a quello che provano. Durante alcuni incontri che abbiamo tenuto con bambini di quinta elementare e ragazzi di terza media, abbiamo chiesto loro di descrivere con una parola come stanno vivendo questi cambiamenti. Le risposte che ci hanno colpito per la loro sincerità sono: “nuova nascita”, “autonomia”, “confusione”, “litigi”, “stress”, “nuove emozioni”, “ansia”, “divertimento”, “curiosità”, “responsabilità”. Parole vere, che parlano di un mondo interiore ricco e spesso poco ascoltato. È come se vivessero sospesi tra la voglia di crescere e il bisogno di sentirsi ancora protetti, al sicuro.


I cambiamenti che notano per primi, naturalmente, sono quelli fisici: il corpo che si trasforma, la voce che cambia, l’altezza, ma anche lo stile, iniziano a scegliere cosa indossare per sentirsi più “loro”, per esprimere qualcosa di sé.

I cambiamenti più profondi, invece, sono quelli che riguardano le emozioni e le relazioni. Gli amici diventano sempre più importanti, mentre il rapporto con i genitori cambia, a volte si complica. Si affacciano pensieri nuovi, più complessi. Tanti ragazzi ci dicono che si sentono diversi da prima. E questo li affascina, ma allo stesso tempo li spaventa.


Le paure, infatti, non mancano. C’è chi ha timore di non essere accettato, di essere preso in giro, chi ha paura di sbagliare, di non essere all’altezza, di non riuscire a soddisfare le aspettative degli altri. Paure che spesso non vengono dette, ma che si leggono tra le righe, negli sguardi bassi, nei silenzi improvvisi.


Eppure, insieme a queste fragilità, emergono bisogni forti, chiari. Bisogni che chiedono ascolto: il bisogno di essere capiti, di avere voce, di potersi esprimere liberamente; il bisogno di autonomia, ma anche di sapere che, se qualcosa va storto, c’è un adulto pronto a tendere una mano senza giudicare.

Uno dei temi che torna più spesso nei racconti dei ragazzi è proprio il rapporto con gli adulti, soprattutto con i genitori. Alcuni raccontano di sentirsi sempre controllati: telefonate continue, messaggi, geolocalizzazioni. È comprensibile, i genitori vogliono proteggere, ma il confine tra protezione e controllo a volte è sottile e il rischio è che questa ansia di sapere tutto impedisca ai ragazzi di fare i primi passi da soli.

Per loro è importante sentire che gli adulti si fidano, che possono anche sbagliare, ma che non verranno abbandonati per questo. Hanno bisogno di essere accompagnati, non trattenuti.


Educare all’affettività, allora, non significa solo parlare di emozioni, ma viverle insieme. Significa creare un clima in cui ogni ragazzo e ragazza possa sentirsi accolto, dove le emozioni non siano “giuste” o “sbagliate”, ma semplicemente vere. Significa aiutarli a conoscersi, a rispettarsi, ad affrontare le relazioni con più consapevolezza.

E, forse, significa anche accettare che, per accompagnarli davvero, dobbiamo essere pronti a cambiare con loro. A lasciarli andare, un po’ alla volta, con fiducia.


Per chi sente il bisogno di un aiuto in questo percorso così delicato e ricco di cambiamenti, i professionisti di Studio Psicologia Bassano offrono un percorsi di educazione all'affettività e alla sessualità presso le scuole primarie e secondarie, rivolti quindi a bambini, adolescenti e famiglie.

Perché crescere è un viaggio che vale la pena fare insieme, passo dopo passo.

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