Com’è noto ogni studente differisce dagli altri per abilità cognitive, conoscenze, strategie, motivazioni, stili di apprendimento e metodo di studio.
Quando si parla di stili di apprendimento, il riferimento va alle strategie connesse ai casi in cui una situazione può essere affrontata in modi differenti: questi modi possono essere considerati strategie se hanno una finalità, una regolarità e un controllo consapevole (Cornoldi, De Beni, 2001).
Chi lavora nell’ambito dell’apprendimento si trova inevitabilmente a riflettere su quale sia il miglior metodo per studiare o quantomeno il metodo più adeguato a uno specifico studente.
La risposta non è univoca perché si intreccia con tante variabili come l’efficacia della tecnica, le caratteristiche dello studente, il contesto e il tipo di informazioni da imparare; gli psicologi cognitivi e dell’educazione però hanno indagato diverse tecniche di studio, di facile utilizzo, che potrebbero aiutare gli studenti ad apprendere meglio secondo le proprie necessità.
Dunlosky e collaboratori a questo proposito hanno passato in rassegna dieci diverse tecniche descrivendo il loro grado di efficacia nei diversi contesti e con differenti tipologie di informazioni da apprendere in base alle caratteristiche dello studente.
1) SOTTOLINEARE/EVIDENZIARE: è il metodo più diffuso fra gli studenti, favorito dalla semplicità di applicazione, nonostante tutto le evidenze depongono a sfavore di questo metodo categorizzandolo come una strategia di scarsa utilità perché migliora di poco le performance mnemoniche.
2) PAROLA CHIAVE MNEMONICA: è una tecnica che permette di creare un’immagine che abbia il nome il più possibile simile alla parola da ricordare; sebbene in alcune circostanze sembra dare esiti favorevoli, essa si colloca tra le strategie con bassa utilità perché il ricordo non dura nel tempo.
3) IMMAGINI PER APPRENDERE TESTI: questa tecnica consiste nell’immaginare visivamente ciò che uno studente ascolta o legge, anche in questo caso tale strategia è classificata come poco efficace in quanto i benefici restano circoscritti a parole con significato facilmente concretizzabile in un’immagine, ma non si vedono effetti positivi sulla comprensione del testo.
4) RILEGGERE: anche questo è un metodo molto usato dagli studenti, contrariamente a quanto molti potrebbero aspettarsi gli studi riportano una scarsa utilità della tecnica perché non sono emerse evidenze positive riguardo agli effetti sulla comprensione.
5) RIASSUMERE: benchè la capacità di riassumere le informazioni sia incoraggiata nell’istruzione di uno studente, le evidenze depongono per una scarsa utilità di questa tecnica se usata con lo scopo di apprendere meglio perché appare favorevole solo con gli studenti che hanno già buone capacità riassuntive, inoltre è difficile da applicare in tempi brevi.
6) PRATICA INTERLEAVED: questa tecnica consiste nell’alternare la pratica di diversi tipi di attività, è stata studiata soprattutto nell’ambito degli apprendimenti matematici; a fronte delle evidenze raccolte, gli autori classificano questa strategia come di moderata utilità in quanto si è dimostrata efficace negli apprendimenti matematici, ma sono ancora poco chiari i meccanismi di funzionamento di questa tecnica in altre discipline.
7) AUTO SPIEGAZIONI: consiste nell’esplicitare i propri ragionamenti e pensieri con cui si giunge a dare una risposta a un quesito o la soluzione a un problema; essa viene categorizzata di moderata utilità in quanto si è dimostrata utile per le diverse fasce d’età e per diversi contenuti ma resta da chiarire quanto durino gli effetti.
8) INTERROGAZIONI ELABORATIVE: consiste nello spronare lo studente a generare una spiegazione esplicita rispetto ad una affermazione fatta, queste interrogazioni favoriscono l’integrazione delle nuove informazioni con quelle preesistenti; questa tecnica è considerata di moderata utilità perché la sua efficacia è stata provata nell’apprendimento di molte conoscenze ma resta dubbia l’applicabilità nei contenuti di maggior lunghezza o complessità.
9) PRATICA DISTRIBUTIVA: con questo termine si fa riferimento sia allo spacing effect (suddivisione dello studio in più sessioni) sia al lag effect (aumento della distanza tra gli intervalli di studio): questa tecnica conduce a risultati molto vantaggiosi rispetto alla solidità degli apprendimenti, tale tecnica è di elevata utilità in quanto efficace in ogni fascia di età e in diverse condizioni patologiche.
10) PRATICA DELLE VERIFICHE: testare quanto si è studiato è un modo per incrementare e consolidare le conoscenze acquisite; in questa tecnica rientrano le autoverifiche, il recupero di informazioni e l’uso di flascard. Questa tecnica è considerata di elevata utilità in quanto è semplice da applicare ed estendibile a tanti contesti ed età.
E se mio figlio a scuola non ha mai avuto alcun problema di apprendimento ma i risultati ultimamente sono molto calati, cosa posso fare?
Le motivazioni sottostanti ad un calo improvviso dell’impegno o del rendimento scolastico possono essere molteplici.
Esse possono essere connesse alle relazioni familiari, con i fratelli, con i coetanei, con le altre attività extrascolastiche in cui il figlio è impegnato nel corso della settimana, alla scelta scolastica, al modo in cui si utilizzano le nuove tecnologie, o ad altro ancora che fatica ad esprimere. Non sempre è facile capire i propri figli. Talvolta, può essere utile parlarne con un professionista che può supportare la famiglia a comprendere meglio la fase che il proprio figlio sta attraversando.
Se ritieni utile fissare un incontro con uno dei professionisti di Studio Psicologia Bassano, scrivici a territorio@studiopsicologiabassano.it
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